31 ottobre 2011

Muffins alla zucca

Dolcetto o scherzetto?????????????
MUFFINS ALLA ZUCCA
Ingredienti
250g zucca
200g farina
150g burro
100g zucchero di canna
100g miele
1 uovo
1 cucchiaino di lievito
1 cucchiaino di cannella
1 pizzico di sale
1 pizzico di noce moscata

Tagliate la zucca a spicchi di circa 2/3 cm e infornatela (io lascio la buccia sarà più facile staccarla dopo la cottura) coperta con un foglio d’alluminio per un’oretta, controllate con una forchetta quando la zucca sarà pronta. Separate la polpa dalla buccia e con una forchetta, un passaverdure o il frullatore ad immersione riducetela in purea.
In una ciotola sbattete il burro, lo zucchero e il miele fino ad ottenere una crema, aggiungete l’uovo, la zucca e mescolate bene, infine unite la farina setacciata con il lievito, un pizzico di sale, la cannella e la noce moscata. Mescolate fino ad ottenere un impasto omogeneo.
Versate nei pirottini fino a 2/3 e infornate a 200° per 20 minuti.

30 ottobre 2011

Muffins salati alla zucca e semi di papavero

Ingredienti (x 12 muffins)

400g farina

300g zucca

120g burro

2 uova

2 dl latte

2 cucchiai di semi di papavero

1 bustina di lievito per torte salate

½ cipolla

Olio evo

Sale e pepe

Tagliate la zucca a dadini e cuocetela a vapore per un quarto d’ora. Schiacciatela con una forchetta o passatela con il passaverdure e riducetela in purea. Tritate finemente la cipolla e fatela imbiondire con un filo d’olio e un pizzico di sale.

In una ciotola mettete la farina setacciata con il lievito, le uova che avete precedentemente sbattuto in una ciotola a parte, il burro fuso lasciato raffreddare, il latte, il purè di zucca, la cipolla, i semi di papavero, sale e pepe.  Mescolate fino ad ottenere un impasto omogeneo.

Versate il composto nei pirottini riempiendoli fino a 2/3. Infornate per 20 minuti a 180°.

Lasciateli raffreddare e serviteli con speck, prosciutto crudo e formaggi.








29 ottobre 2011

Marmellata di zucca

La marmellata di zucca può essere utilizzata per farcire crostate, torte e biscotti, ma anche accostata a formaggi (in particolare sta bene  con quelli stagionati e piccanti)



MARMELLATA DI ZUCCA

Ingredienti

500g zucca

200g zucchero

1/2 limone

1/2 bicchiere di amaretto di Saronno

Cannella e noce moscata qb

Togliete la buccia alla zucca, pulitela dai semi e dai filamenti e tagliatela a pessi di circa 2cm. Che metterete in una ciotola con lo zucchero, coprite la ciotola con la pellicola e lasciate la zucca a macerare per circa 12 ore.

Dopo averla fatta riposare versate il contenuto della ciotola in una pentola, aggiungete il succo di mezzo limone filtrato e la scorsa grattugiata (mi raccomando usate dei limoni non trattati), un cucchiaino (secondo il vostro gusto, io con la cannella abbondo sempre) di cannella o una stecca e una grattugiata di noce moscata. Fate cuocere a fuoco vivo per circa un’ora, mescolando di tanto in tanto.

A questo punto potete lasciare la marmellata così com’è oppure passarla al passa verdura per eliminare eventuali residui di zucca.

Aggiungete il liquore e mescolate bene. Se vi piacciono potete anche aggiungere degli amaretti sbriciolati.

Invasate nei vasi precedentemente sterilizzati (far bollire i barattoli per 15 minuti, lasciarli asciugare su un canovaccio pulito). Chiudeteli i barattoli e capovolgeteli per effettuare un buon sotto vuoto.

Effettuate una seconda sterilizzazione (Mettere i barattoli in una pentola dal fondo spesso e sufficientemente alto per contenere i barattoli in piedi, uno accanto all’altro, possibilmente separati da un tovagliolo in stoffa o un canovaccio in modo che non sbattano tra di loro quando l’acqua bolle. Portare l’acqua al punto di ebollizione e farla bollire per 20 minuti. Spegnere il fuoco e far freddare i barattoli in acqua. Asciugare con cura)

Quando i barattoli si saranno raffreddati metteteli in dispensa (o in un luogo buio e asciutto) fino al momento dell'uso, poi conservate la marmellata in frigo per 2 mesi.

28 ottobre 2011

Gnocchi alla zucca con crema di taleggio


L’abbinamento zucca e taleggio ricorre spesso nelle ricette che ho trovato sui giornali, i libri  e on line…quindi ho deciso di servire gli gnocchi in due modi…semplici con burro fuso, aglio e un rametto di rosmarino e in una versione più “corposa” (che sta per gustosa, ma anche più sostanziosa) con una crema di taleggio.

Gnocchi alla zucca
Ingredienti
400g zucca
250g patate
200g farina
1 uovo
3 cucchiai Parmigiano reggiano
Sale, pepe, noce moscata e cannella qb

Tagliate la zucca a spicchi (io ho lasciato la buccia) e infornatela a 180° per 30 minuti.
Quando sarà cotta togliete la buccia e schiacciate la polpa fino ad ottenere una purea, io faccio questa operazione con la forchetta perché mi piace se restano dei pezzi di zucca più consistenti degli gnocchi, ma se preferite ottenere una crema passate la polpa della zucca al passaverdure.
Nel frattempo fate cuocere le patate, sbucciatele e schiacciatele con lo schiacciapatate.
In una ciotola mettete la farina setacciata, le patate schiacciate, la zucca, l’uovo, la cannella e la noce a vostro gusto, il parmigiano grattugiato, sale e pepe. Mescolate il tutto fino ad ottenere un composto omogeneo. Formate dei bastoncini con l’impasto e tagliate degli gnocchi di circa un centimetro. Potete schiacciarli con i rebbi della forchetta o con l’apposito attrezzo per fare le classiche striature, io li ho lasciati lisci.
Cuocete gli gnocchi in acqua bollente per pochi minuti, giusto il tempo di farli salire in superficie.



Come detto metà li ho saltati in padella con del burro che avevo fatto fondere insaporendolo con uno spicchio d’aglio (privato del germe interno) e un rametto di rosmarino.
L’altra parte l’ho condita con la crema di taleggio.

Crema al taleggio
Ingredienti
200g taleggio
150ml latte ( o panna o ½ latte e ½ panna)
In un pentolino antiaderente (o se preferite a bagnomaria) fate sciogliere il taleggio tagliato a pezzetti con il latte, girando spesso per far sciogliere bene il formaggio e non fare grumi. Appena tutto il formaggio sarà sciolto versate l crema sugli gnocchi e servite ben caldi.


27 ottobre 2011

Torta alla zucca


Per la festa di laurea di Patrizia niente torte decorate con chili di zucchero a velo, ma una torta semplice, in tema con il periodo, per fare colazione (e la festeggiata mi ha riferito che ha fatto anche la merenda).

TORTA ALLA ZUCCA
Ingredienti
450g zucca
200g farina di mais
100g farina 00
200g zucchero
100g burro
4 uova
1 bustina lievito per dolci
1 stecca di vaniglia
½ bicchiere di Amaretto di Saronno (o Strega o Sassolino)
Un pizzico di sale
Zucchero a velo qb

Sbucciate la zucca, tagliatela a pezzi di circa 2 cm e fatela cuocere al vapore per 15 minuti oppure fatela bollire in acqua salata per una decina di minuti. Quando sarà cotta riducetela in purea o con una forchetta o con il frullatore ad immersione o il passaverdure.
Montate le uova con lo zucchero, aggiungete il burro fuso lasciato raffreddare, la farina OO setacciata con il lievito, la farina di mais, i semini ottenuti da una stecca di vaniglia, un pizzico di sale e il liquore. Amalgamate il tutto fino ad ottenere un composto fluido e omogeneo.
Versate il tutto in una tortiera ricoperta di carta forno (o imburrata e infarinata o senza nulla se usate lo stampo in silicone) e infornata a 180° per 45 minuti (per essere sicuri della cottura fate sempre la prova dello stecchino).
Lasciate raffreddare e spolverizzate con lo zucchero a velo.


26 ottobre 2011

Zucca gratinata


Un contorno semplice e veloce, ma gustoso ;-))

ZUCCA GRATINATA
Ingredienti
400g zucca
Olio evo  e burro qb
Sale e pepe qb
Pecorino stagionato a piacere

Tagliate la zucca a spicchi di 2/3 cm e privatela della buccia, dei filamenti interni e dei semi (non buttateli mi raccomando sono troppo buoni). Se non riuscite a togliere la buccia perché troppo dura, cuocete la zucca al vapore con la buccia, poi sarà più facile rimuovere la polpa. Cuocete gli spicchi al vapore per un quarto d’ora.
Disponete la zucca in una pirofila precedentemente imburrata o ricoperta di carta forno, aggiungete sale, pepe, qualche ricciolo di burro e abbondante pecorino (o il formaggio che preferite…ci sta molto bene la ricotta salata o stagionata e affumicata) sbriciolato o a scaglie. Informate a 180° per un quarto d’ora.
Servite la zucca calda!!!!


25 ottobre 2011

Vellutata di zucca


Vellutata di zucca
Ingredienti
600g polpa di zucca pulita
2 patate
2 spicchi d’aglio
1 lt brodo vegetale
1 cipolla
1 cucchiaino di cannella
1 rametto di rosmarino
Burro qb
Sale e pepe qb
Olio evo qb

Pulite la zucca togliendo i semi e la buccia e tagliatela a pezzetti, sbucciate le patate e tagliatele a tocchetti.
Affettate finemente le cipolle  e mettetele a soffriggere in una pentola con un filo d’olio, quando sarà imbiondita aggiungete la zucca e le patate tagliate a pezzetti e il rosmarino. Aggiungete poco a poco il brodo vegetale (che avrete fatto facendo bollire una cipolla, due coste di sedano, due carote e una zucchina in acqua salata per circa un’ora) e fate cuocere per mezz’ora. Trascorso il tempo togliete il rametto di rosmarino e frullate il composto con il frullatore ad immersione. Aggiustate di sale e aggiungete il pepe.  Impiattate, spolverate di cannella e aggiungete un filo d’olio.
Potete servire con del pane tostato.  



ZUCCA


Cucurbita maxima Duch
Nomi comuni: cocurbita, cocuzza, suca
Famiglia: cucurbitacee
Pianta: erbacea, annuale, lunga fino a 6 metri
Fusto: strisciante o rampicante, cavo o con internodi, provvisto di appendici (viticci)
Foglie: di colore verde brillante, grandi, cuoriformi con 5-7 lobi tondeggianti
Fiori: grandi, campanulati con 5 lobi che si aprono, di colore giallo intenso; quello maschile si differenzia da quello femminile per il picciolo più lungo. Compaiono in estate.
Frutti: (peponidi) di grandi dimensioni, allungati e leggermente ricurvi all’estremità oppure rotondi e appena schiacciati, con buccia lisci o verrucosa verdastra o gialla
Dove nasce e come si coltiva: è coltivata ovunque a scopo alimentare. Si semina in marzo-aprile in buche, mettendo per ogni buca 3 o 4 semi; alla comparsa delle prime foglie si procede al diradamento lasciando la pianta più robusta. Richiede molta acqua, per cui di provvede a irrigazioni giornaliere e abbondanti. La buca permette all’acqua di ristagnare favorendone così l’assorbimento
Parti da utilizzare: i fiori, i frutti e i semi
Quando si raccoglie: i fiori alla loro comparsa, raccogliendoli nelle prime ore del mattino perché poi si chiudono; i frutti in tarda estate a maturazione e, quando cioè, colpendoli con le nocche delle dita, si sente un rumore di vuoto interno; i semi vengono tolti al momento del consumo.
Come si conserva: i fiori vanno consumati in giornata al momento della raccolta, i frutti si usano freschi, ma si possono conservare per alcuni periodi in luogo asciutto, i semi si lasciano essiccare al sole e si possono mangiare dopo averli leggermente tostati e salati.

L’origine della zucca è controversa: alcune delle specie provengono senza alcun dubbio dall’America meridionale, e furono conosciute dagli Europei solo dopo la conquista del Nuovo Continente. Appena la zucca fu introdotta in Europa colpì la fantasia più per la sua strana forma che per il suo possibile impiego alimentare. Le lunghe carestie di quegli anni fecero tuttavia ben presto cadere questi pregiudizi e a poco a poco la zucca iniziò ad essere apprezzata anche dalle classi sociali più abbienti. Così la zucca divenne molto popolare, fino a trasformarsi in uno degli ortaggi più diffusi nell’area del Mediterraneo.
Ben presto la zucca fu studiata anche dal punto di vista delle sue virtù officinali: fu così che la si utilizzò come vermifugo e come calmante delle infiammazioni dell’apparato digerente e delle vie urinarie. La medicina popolare individuò anche nei semi di zucca potenti anafrodisiaci, capaci di placare ogni eccesso sessuale.

Da “Il grande libro del Cent’ erbe”

24 ottobre 2011

Risotto zucca e salsiccia


Halloween è in arrivo e ho deciso di dedicare le ricette di queste settimana alla zucca!!!
Jack-o’-lanter, la zucca intagliata e illuminata è il simbolo di Halloween
Io adoro halloween, molto più del carnevale, forse perché sono un po’ streghetta inside, forse perché ho una gatta nera che fa molto strega ed è una vera strega…forse perché ho dei bei ricordi delle feste di Halloween organizzate a casa della mia mamma…a me questa festa mette tanta allegria!!!

RISOTTO ZUCCA E SALSICCIA
Ingredienti
320g riso
400g zucca
200g salsiccia
1 cipolla
1 bicchiere di vino bianco
1lt brodo
Burro qb
Olio evo qb
Parmigiano qb
Sale

Pulite la zucca togliendo i semi e la buccia e tagliatela a pezzetti, sbucciate la salsiccia e tagliatela a tocchettini e affettate finemente la cipolla.
In una pentola mettete dell’olio e fate imbiondire la cipolla che avete precedentemente tritato, poi mettete i tocchetti di salsiccia, aggiungete la zucca e fate cuocere una decina di minuti a fuoco lento aggiungendo un mestolo di brodo vegetale (che avrete fatto facendo bollire una cipolla, due coste di sedano, due carote e una zucchina in acqua salata per circa un’ora).   Aggiungete il riso (prima io ho schiacciato parte della zucca così da avere dei pezzi, ma anche una bella cremina) e fatelo tostare mescolando e facendolo amalgamare con le verdure, sfumate con il vino bianco e quando questo è evaporato aggiungete il brodo bollente, poco alla volta mescolando spesso.
A fine cottura (18/20 minuti) spegnete il fuoco e mantecate il risotto con il burro e il parmigiano.


Cito Wikipedia
Halloween o Hallowe'en è il nome di una festa popolare di origine pre-cristiana, osservata prevalentemente in Irlanda, Scozia, Canada e Stati Uniti d'America, che si celebra la sera del 31 ottobre, ossia alla vigilia della festa di Ognissanti (è questo il significato della parola Halloween). Tuttavia, le sue origini antichissime affondano nel più remoto passato delle tradizioni europee: viene fatta risalire a quando le popolazioni tribali usavano dividere l'anno in due parti in base allatransumanza del bestiame. Nel periodo fra ottobre e novembre, preparandosi la terra all'inverno, era necessario ricoverare il bestiame in luogo chiuso per garantirgli la sopravvivenza alla stagione fredda: è questo il periodo di Halloween.
In Europa la ricorrenza si diffuse con i Celti. Questo popolo festeggiava la fine dell'estate conSamhain, il loro Capodanno. In irlandese antico Samhain significa infatti "fine dell'estate" (Sam, estate, e fuin, fine). A sera tutti i focolari domestici venivano spenti e riaccesi dai druidi che passavano di casa in casa con torce ravvivate presso il falò sacro situato a Tlachtga, vicino alla reale Collina di Tara.
Nella dimensione circolare-ciclica del tempo, caratteristica della cultura celtica, Samhain si trovava in un punto fuori dalla dimensione temporale che non apparteneva né all'anno vecchio e neppure al nuovo; in quel momento il velo che divideva dalla terra dei morti si assottigliava ed i vivi potevano accedervi.
I Celti non temevano i propri morti e lasciavano per loro del cibo sulla tavola in segno di accoglienza per quanti facessero visita ai vivi, un'usanza, peraltro, sopravvissuta anche in alcune regioni dell'Italia settentrionale ed in parte della Puglia e Basilicata. Da qui l'usanza del trick-or-treat (in italiano "dolcetto o scherzetto?"). Oltre a non temere gli spiriti dei defunti, i Celti non credevano nei demoni quanto piuttosto nelle fate e negli elfi, entrambe creature considerate però pericolose: le prime per un supposto risentimento verso gli esseri umani; i secondi per le estreme differenze che intercorrevano appunto rispetto all'uomo. Secondo la leggenda, nella notte di Samhain questi esseri erano soliti fare scherzi anche pericolosi agli uomini e questo ha portato alla nascita e al perpetuarsi di molte altre storie terrificanti.
Si ricollega forse a questo la tradizione odierna e più recente per cui i bambini, travestiti da streghe, zombie, fantasmi e vampiri, bussano alla porta urlando con tono minaccioso: "Dolcetto o scherzetto?". Per allontanare la sfortuna, inoltre, è necessario bussare a 13 porte diverse. L'etimologia Halloween deriva da All Hallows Eve, che vuole dire Vigilia di tutti i Santi festa che ricorre, appunto, il 1º novembre. Poiché la figura dei santi è tipicamente cristiana, quindi posteriore alla religione druidica, un etimo fantasioso nato tra i cultori del Neopaganesimo fa derivare la parola da All allows even, cioè la sera in cui tutto è permesso, inclusa la credenza che i defunti escano dalle tombe per far visita ai vivi. L'improbabilità di questa etimologia risiede nel fatto che la parola Halloween è attestata per la prima volta in epoca molto recente, nel XIX secolo, esclusivamente negli U.S.A..”

Jack-o'-lantern


Un Jack-o'-lantern (in italiano Giacomo il lanternino) è una zucca lavorata a mano, tradizionalmente adoperata nei paesi di cultura anglosassone durante la ricorrenza di Halloween. Privata della polpa interna, la zucca assume la forma di un involucro vuoto che, cesellato opportunamente, vuole richiamare la sagoma di un volto. Una fonte di luce, usualmente una candela, viene inserita all'interno della zucca. In seguito la calotta superiore, prima recisa, viene impiegata a mo' di coperchio, in maniera che il chiarore dello stoppino rischiari la sagoma dall'interno, mettendo in luce i tratti della sagoma intagliata.
I Jack-o'-lantern venivano ricavati da grandi rape, barbabietole e cavoli rapa prima dell'introduzione della zucca dall'America.
L'usanza di Halloween è legata alla leggenda di Jack, un pigro ma astuto fattore, sempre propenso a indispettire la gente. Si narra che osò sfidare il diavolo, il quale, terrorizzato, fu costretto a rifugiarsi su un albero. Al fine di impedire che il diavolo discendesse, il furbo Jack incise una croce sul tronco. Soltanto dopo un lungo battibecco i due giunsero ad un compromesso: in cambio della libertà, il diavolo avrebbe dovuto risparmiare la dannazione eterna a Jack. Durante la propria vita commise tanti peccati che, quando morì, non andò nè in Paradiso e ne all'Inferno così costretto a rimanere sulla terra, colse una zucca , inseri una candela,e ne fece una lanterna. Cominciò da quel momento a girare senza tregua alla ricerca di un luogo di riposo sulla terra. Halloween sarebbe dunque il giorno nel quale Jack, va alla caccia di un rifugio. Gli abitanti di ogni paese sono tenuti ad appendere una lanterna fuori dalla porta per indicare all'infelice anima che la loro casa non è posto per lui. Secondo altre versioni Jack aveva una rapa e non una zucca con se, fu poi la tradizione popolare a tramandare l'usanza della zucca. Un'altra leggenda narra che Jack fosse una persona che beveva sempre, un giorno al bar incontrò il diavolo che ad un certo punto si trasformò in una moneta, allora lui la prese e poco tempo dopo mori. Andò in paradiso, ma venne cacciato, andò all'inferno e venne cacciato per aver preso la moneta e allora prese una rapa, gli fece gli occhi e la bocca e all'interno ci mise dei carboni ardenti e così andò in giro da solo illuminandosi la strada. La rapa fu poi cambiata e al suo posto misero la zucca. Un'altra versione ricollega la storia della moneta al primo Jack che avrebbe posto la moneta (sapendo che era il diavolo) nel portamonete assieme ad una croce d'argento, impedendogli di ritrasformarsi. Tale tradizione riferisce che Jack, rifiutato dal paradiso e presentatosi all'Inferno, venne "cordialmente" scacciato dal demonio ricordandogli il patto e ben felice di lasciarlo errare come anima tormentata. All'osservazione che era freddo e buio, il demonio gli tirò un tizzone ardente (eterno in quanto proveniente dall'inferno) che Jack posizionò all'interno di una rapa che aveva con se.

21 ottobre 2011

Valdostana ai funghi


Una ricetta autunnale con i funghi…fino a qualche anno fa mio zio Amedeo andava a funghi e si facevano delle grandi scorpacciate!!! Un po’ li faceva seccare e poi ci regalava un barattolo, un po’ li usava per fare il suo mitico risotto con i funghi (sorella te lo ricordi?!?ma quanti piatti riuscivamo a mangiarne!!!!!) il più buonissimo in assoluto, mai più mangiato un risotto così, un po’ la zia Renata li usava per lo spezzatino con i funghi (di questo ho la ricetta e prossimamente ve la metto). Ora lo zio non va più a funghi perché è malato e quindi mi devo accontentare dei funghi surgelati ;-(( che non sono proprio la stessa cosa, ma con l’arrivo dell’autunno arriva anche la voglia di funghi quindi ci accontentiamo…

Valdostana ai funghi
Ingredienti
2 fettine di lonza (o vitello)
2 fette di fontina
1 uovo
1 spicchio d’aglio
Funghi
Olio evo e burro
Farina e pan grattato qb
Sale e pepe qb
Fate rosolare l’aglio (io lo taglio a  metà e tolgo il germe interno) con un filo d’olio evo e mettete i funghi, regolate di sale e pepe e lasciate cuocere.
Nel frattempo fate cuocere le fettine di carne, lasciandole rosa pechè finiranno la loro cottura poi. Se battete le fettine molto fini potete anche saltare questo passaggio.
Quando i funghi sono pronti possiamo “assemblare” la nostra valdostana.
Prendete una fettina di carne, mettete sopra una fetta di fontina, i funghi, l’altra fetta di fontina e per finire l’altra fettina di carne. Passate il tutto nella farina, poi nell’uovo sbattuto e in fine nel pangrattato. Cuocete la valdostana facendo sciogliere in una padella una noce di burro (o se preferite un po’ meno burro e dell’olio o solo olio) e fate rosolare bene da entrambi i lati. Regolate di sale e a cottura ultimata mettete la carne sulla carta da cucina.



Ho accompagnato la carne con qualche verdura che avevo in casa (patate e zucchine) e i funghi avanzati.

20 ottobre 2011

Vellutata di porri e patate


In queste ormai fredde sere autunnali ci vuole proprio qualcosa per scaldarci quindi ho pensato a una minestra calda, ma anche gustosa…ed ecco la vellutata di porri e patate. 

Questa vellutata è un classico della cucina inglese noto come potatoes and leek. In Francia è chiamata Vichyssoise, anche se per la precisione la ricetta francese prevede che questa vellutata sia servita fredda (cioè ghiacciata). Oltre che sulla differente temperatura a cui servirla, di questa vellutata ci sono tantissime versioni: chi usa solo la parte bianca del porro (io sono tra queste persone) e chi usa anche la parte verde, chi aggiunge panna, chi il formaggio, chi la serve con del pane tostato sul fondo e chi con dei crostini. Su un sito ho trovato che una mamma usa questa vellutata come  base per un risotto da dare alla figlia che non ama le verdure, potrebbe essere un’idea interessante anche se io adoro le verdure, proverò!!!!!

Vellutata di porri e patate
Ingredienti
500g porri
300g patate
300ml brodo vegetale
200ml latte
Olio evo qb
Sale e pepe qb

Affettate finemente i porri, sbucciate le patate e tagliatela a cubetti piccoli, In una pentola fate scaldare un po’ d’olio evo e mettete patate e porri, fate cuocere qualche minuto  e quando il porro si sarà imbiondito aggiungete il brodo (ottenuto facendo bollire per un’oretta 2 carote, 2 coste di sedano, 1 cipolla, 1 zucchina in circa 2lt d’acqua con poco sale), il latte e un pizzico di sale. Fate bollire il tutto per una ventina di minuti. Togliete dal fuoco e frullate con il mixer ad immersione fino ad ottenere una crema liscia. Aggiustate di sale e fate cuocere altri 5 minuti.
Io l’ho accompagnata con delle fette di pane al sesamo leggermente tostate in forno.



19 ottobre 2011

Frittelle di mele


Questa ricetta mi è stata chiesta dalla mia amica Laura di Torino e capita giusta giusta visto che sabato ho visto la mia amica Barbara di Bolzano che mi ha regalato un bel sacchettone di mele…e mi stavo proprio chiedendo come utilizzarle…



Le frittele di mele sono tipiche del Trentino Alto Adige e possono essere mangiate come dolce, ma sono molto usate anche come accompagnamento di piatti salati, ad esempio con gli arrosti di maiale.

Frittelle di mele
Ingredienti
3 mele
2 uova
100g farina
150ml latte
20g zucchero
Zucchero vanigliato qb
1 pizzico di sale
1 limone
Olio per friggere

Sbucciate le mele, privatele del torsolo (usando il leva torsoli o scavino) e tagliatele a rondelle dello spessore di circa 1/2 cm. Mettetele in una ciotola con il succo di limone (per non farle annerire).

In un’altra ciotola sbattete i due tuorli con lo zucchero e la scorza grattugiata del limone (che sia bio mi raccomando!!!!), aggiungete il latte, la farina setacciata poco alla volta mescolando bene fino a rendere il composto omogeneo, denso e senza grumi. A questo punto aggiungete gli albumi montati a neve (con un pizzico di sale) e amalgamate tutto con delicatezza dal basso verso l’alto per non smontare il composto.
Mettete abbondante olio in una padella e quando sarà ben caldo (180°) tuffateci le mele che avete prima asciugato con la carta da cucina e poi passato nella pastella. Se vi piacciono particolarmente dolci potete passare le fettine nello zucchero prima di ricoprirle con la pastella. Mettetene poche alla volta (3/4) per non abbassare la temperatura dell’olio e state attenti che non si appiccichino le une alle altre.
Fatele dorare (non fatele scurire eccessivamente), toglietele dalla pentola con il mestolo forato e fatele “asciugare” sulla carta da cucina.
Spolveratele con lo zucchero vanigliato (io lo faccio mettendo lo zucchero extrafine in un barattolo con una stecca di vaniglia a cui ho prima tolto i semini e mescolati con lo zucchero) e e servite!!!!!

Navigando su internet per cercare l’immagine di un leva torsolo ho trovato questo bellissimo attrezzino che leva il torsolo lasciando in buco a forma di cuore,…fantastico!!!! Prossimamente sarà mio!


18 ottobre 2011

Marmellata di Limoni


…e con i limoni che mi sono avanzati dal Limoncello ho preparato la marmellata…



Marmellata di Limoni
Ingredienti:
1 Kg. limoni
1 Kg. zucchero
200 gr. acqua


Sbucciate i limoni eliminando la parte bianca, tagliate a fettine sottili la polpa, eliminando eventuali semi, e tagliate a fiammifero la buccia di 2 limoni.
Preparate la quantità di zucchero pari al peso di polpa e bucce ottenute.
Versate in un pentolino l’acqua calda e le bucce ridotte a fiammifero, dopo 10 minuti scolatele e ripetete l'operazione altre 2 volte, così le bucce perderanno l'amaro.
In un pentolino versate lo zucchero, i limoni, le bucce sbollentate e 200 gr. d’acqua per un chilo di limoni.
Cuocete per circa mezz'ora.
Per vedere se la marmellata è pronta fate la prova del piattino mettendo una goccia del composto sul piattino lasciato raffreddare in frigorifero, se la marmellata si solidificherà e non scivolerà via è pronta.                            
Versate la marmellata nei vasi precedentemente sterilizzati (far bollire i barattoli per 15 minuti, lasciarli asciugare su un canovaccio pulito). Chiudeteli i barattoli e capovolgeteli per effettuare un buon sotto vuoto.
Effettuate una seconda sterilizzazione (Mettere i barattoli in una pentola dal fondo spesso e sufficientemente alto per contenere i barattoli in piedi, uno accanto all’altro, possibilmente separati da un tovagliolo in stoffa o un canovaccio in modo che non sbattano tra di loro quando l’acqua bolle. Portare l’acqua al punto di ebollizione e farla bollire per 20 minuti. Spegnere il fuoco e far freddare i barattoli in acqua. Asciugare con cura)
Quando i barattoli si saranno raffreddati metteteli in dispensa (o in un luogo buio e asciutto) fino al momento dell'uso, poi conservate la marmellata in frigo per 2 mesi.

"Vestite" sempre i vostri barattoli, saranno più carini da vedersi e potrebbero anche diventare un regalo dell'ultimo minuto, un pensiero per un'amica che andate a trovare o un piccolo pensiero per i vostri ospiti... e ricordatevi di mettere un'etichetta con la data in cui l'avete fatta (come dice sempre Camilla Monteduro nel suo programma "Le conserve di Camilla")



17 ottobre 2011

Limoncello


Finalmente è pronto il mio limoncello ;-))
Ci vuole un po’ di pazienza perché ha dei tempi d’attesa abbastanza lunghi, ma il risultato finale ripaga sempre!!!!!

LIMONCELLO
Ingredienti:
5 limoni biologici
500 ml di alcol puro 95°
600 ml acqua
600 g. zucchero

Dopo aver lavato con cura i limoni  sbucciateli con il pelapatate facendo attenzione a non prendere parte bianca (che essendo amara rovinerebbe il gusto del ns. liquore).
 Riducete le scorze ottenute in  listarelle e mettetele a macerare nell’alcol puro per 3 - 4 settimane in un contenitore ermetico. Riponete il contenitore in un luogo buoi e fresco.
Passato il periodo di macerazione preparate uno sciroppo facendo bollire acqua e zucchero fino a far sciogliere quest’ultimo e  fatelo raffreddare.
Filtrate l’alcol con le bucce di limone con delle garze e unitelo allo sciroppo.
Imbottigliare e lasciare riposare altri 10gg prima di berlo. 



LIMONE
Pianta: albero alto fino a 6mt. Più comune è la forma coltivata in vaso di dimensioni più ridotte (ndr…quanto starebbe bene sul mio terrazzino una pianta di limoni…da comprare al più presto)
Fusto: a portamento cespuglioso, con chioma irregolare e ramificazioni angolose
Foglie: persistenti, alterne, di forma ovale, con apice acuto e bordo leggermente dentellato o ondulato, di colore verde brillante tendente al giallo, lunghe 8/12 cm
Fiori: solitari o a mazzetti, posti all’attaccatura delle foglie, sono bianchi con sfumature rosso porpora all’interno e molto profumati
Frutti: di forma ovale, più o meno allungata, di colore giallo a piena maturazione
Dove nasce e come si coltiva: Originario dell’Asia è stato introdotto dagli Arabi nel bacino del Mediterraneo verso il 1200. L’Italia occupa il primo posto nella produzione mondiale per la coltivazione su larga scala in Sicilia, Calabria e Campania.
Il limone è una pianta che preferisce i climi caldi senza forti sbalzi di temperatura, teme fortemente il vento per cui occorre coltivarlo in posizioni riparate. Il terreno deve essere leggero, concimato abbondantemente con letame e fertilizzanti minerali ricchi di azoto, fosforo e potassio. Necessita di abbondanti irrogazioni nel periodo primaverile-estivo e , se gli inverni sono molto freddi occorre metterlo al riparo fino alla primavera successiva. Si riproduce per talea o per seme. Le talee si fanno in primavera mettendo nella sabbia rametti non  spinosi di circa 40cm, lasciando sporgere fuori dal terreno 2 o 3 gemme.  Quando la pianta è radicata si invasa in terriccio. Le piante riprodotte per talea sono più delicate di quelle riprodotte per seme. La riproduzione per seme si effettua in marzo, all’aperto, coprendo i semi con 2-3cm di terriccio. In giugno-luglio si trapiantano le piantine e dopo alcuni anni si può procedere all’innesto, da effettuarsi quando la gemma è ancora chiusa a una distanza di 50-100cm dal terreno.
Parti da utilizzare: i frutti e i fiori
Quando si raccoglie: avendo la fioritura a scalare, durante tutto l’anno
Il limone è l’agrume che vanta il più vasto impiego terapeutico