E ora un esperimento…Le tigelle o
crescentine (dette così per l’impasto che cresce) sono un tipo di pane tipico delle colline modenesi.
dopo la pubblicazione del post la mia amica Silvia da Bologna (ottima cuoca!!!!) mi ha mandato mail con una correzione....la pubblico e chiedo scusa per le imprecisioni...
Le tigelle si chiamano solo tigelle, unica variante è tigella montanara poichè più grande e fatta "alla vecchia", con la pietra di cui parli (provenienza originale di queste: Zocca).
Le crescentine fritte (definite così dai bolognesi) sono solo ed unicamente fritte e fatte con lo stesso impasto delle tigelle a forma sottile, tonda e con il buchino in mezzo. la sua variante di nome e di forma rettangolare è gnocco fritto (modena).
Il pesto al lardo è corretto ma è usanza sia Bolognese che Modenese aprire la tigella in 2, spalmarci il lardo e cospargerlo con un cucchiaino di parmigiano reggiano grattugiato! Favoloso!
Grazie Silvia...
dopo la pubblicazione del post la mia amica Silvia da Bologna (ottima cuoca!!!!) mi ha mandato mail con una correzione....la pubblico e chiedo scusa per le imprecisioni...
Le tigelle si chiamano solo tigelle, unica variante è tigella montanara poichè più grande e fatta "alla vecchia", con la pietra di cui parli (provenienza originale di queste: Zocca).
Le crescentine fritte (definite così dai bolognesi) sono solo ed unicamente fritte e fatte con lo stesso impasto delle tigelle a forma sottile, tonda e con il buchino in mezzo. la sua variante di nome e di forma rettangolare è gnocco fritto (modena).
Il pesto al lardo è corretto ma è usanza sia Bolognese che Modenese aprire la tigella in 2, spalmarci il lardo e cospargerlo con un cucchiaino di parmigiano reggiano grattugiato! Favoloso!
Grazie Silvia...
Per cuocerle ci vorrebbe l’attrezzo apposta, ma io ho provato un modo alternativo…ok non sono perfette, ma sono venute buone!!!!
TIGELLE o CRESCENTINE
Ingredienti
500g farina
200g acqua
50g strutto
25g lievito di birra
1 cucchiaino di sale
1 cucchiaino zucchero
Lardo per ungere
Fate sciogliere in
poca acqua tiepida il lievito di birra sbriciolato con lo zucchero mescolando
bene.
Sulla spianatoia (o in
una ciotola se non volete sporcare ovunque) versate la farina setacciata e fate
un buco al centro in cui verserete il lievito sciolto, lo strutto e l’acqua restante in cui prima avete messo
il cucchiaino di sale. Impastate gli ingredienti fino ad un impasto liscio e
omogeneo. Formate una palla e cospargetela di farina. Riponetela nella ciotola
e copritela con un canovaccio pulito e lasciate lievitare un’ora (al riparo da
correnti d’aria e in ambiente tiepido).
Quando l’impasto sarà
lievitato stendetelo con il mattarello fino ad ottenere una sfoglia di circa 3
mm. Con il coppapasta ritagliate dei cerchi e lasciateli riposare un’altra
mezz’oretta coperti dal canovaccio.
E qui mi sono
ingegnata per come cuocerle e ho deciso per far sciogliere del lardo nella
padella antiaderente ben calda e poi mettere i cerchi. Li ho fatto cuocere fino
a colorarli e da entrambi i lati.
Su internet ho trovato
che si possono anche friggere, ma io non sono un’amante della frittura (o
meglio mi piace, ma poi lascia troppo odore nella mia micro casa). La prossima
volta proverò a farle al forno.
Per completezza di informazioni cito Wikipedia (NO alla legge
bavaglio!!!! Io senza wikipedia sono persa!!!!)
“La
cottura tradizionale avveniva impilando la pasta in alternanza con dischi di terracotta(chiamati
tigelle) precedentemente arroventati nel camino e foglie di castagno o di noce. Questi
erano rotelle di circa 15 cm di diametro ed un centimetro e mezzo di spessore,
formate tradizionalmente con terra di castagneto finemente triturata e
modellata in uno stampo di legno con incisioni in bassorilievo (decorazioni geometriche o floreali
che poi rimanevano stampate sulla pasta durante la cottura) e poi essiccati e
cotti.
Con opportuna maestria la cuoca spostava periodicamente gli elementi della pila per rendere uniforme e verificare l'avanzamento della cottura. Attualmente la cottura è solitamente effettuata in maniera più veloce ponendo i dischi di pasta tra due piastre di materiale refrattario o metallico (dette cottole), in macchine appositamente realizzate per lo scopo, alimentate agas o elettricità. L'attrezzo più diffuso per l'uso familiare è uno stampo in alluminio che può contenere dalle 4 alle 7 crescentine.
Le crescentine cotte vengono tradizionalmente consumate
tagliandole a metà ed imbottendole con un pesto formato da un trito di lardo di maiale, aglio e rosmarino (noto localmente comecunza di Modena, lo stesso usato per i borlenghi)
e con Parmigiano Reggiano. Oggi, oltre ad esso
vengono anche imbottite di affettati e formaggi.
Si è diffusa anche l'abitudine di utilizzare come farcitura marmellate e creme di cioccolato, cosa però vista malvolentieri dai cultori della tradizione dell'Appennino.”
Si è diffusa anche l'abitudine di utilizzare come farcitura marmellate e creme di cioccolato, cosa però vista malvolentieri dai cultori della tradizione dell'Appennino.”
BATTUTO DI LARDO
Ingredienti
100g lardo
2 rametti di rosmarino
1 o 2 spicchi d’aglio
Su un tagliere mettete il lardo,
il rosmarino e l’aglio privato del germe interno e sminuzzate tutto con l’aiuto
della mezzaluna. Se vi piace il piccante aggiungete un po’ di peperoncino
Cara Elena, sei stata anche troppo gentile, le mie dritte da trapiantata spero siano giuste, se non altro posso dire di averne mangiate veramente tante :-)
RispondiEliminaAttendo con ansia il "bloggemellaggio" e complimenti per il blog e per le ricette che scrivi.
x queste una stappo alla regola e me le sono pappate pure io!
RispondiEliminaNon ci posso credere!!!! Io pensavo che la ricetta fosse per il battuto di lardo... ma tu... tu hai fatto da 0 persino le tigelle!!!! Sei un mito!!! :-D
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