Vellutata di carote e cipolle
Ingredienti
1kg carote
2 cipolle
1,5 lt brodo vegetale
Olio evo
Sale e pepe
Tagliate finemente le cipolle e
fatele imbiondire in una padella antiaderente con un paio di cucchiai di olio
evo . Aggiungete le carote, fate cuocere per qualche minuto poi aggiungete il
brodo vegetale (che avete fatto facendo bollire per un’oretta 2 carote, 2 coste
di sedano, una cipolla, una zucchina e un pizzico di sale) e lasciate cuocere
per 20 minuti.
Frullate con il mixer ad
immersione. Aggiustate di sale e pepe e rimettete sul fuoco per 5 minuti.
Servite ben calda.
La versione originale di questo
piatto prevedeva del prezzemolo in superficie, ma stamattina ho sistemato le
mie piantine, le ho pulite e messe in serra e mi sono fatta una bella scorta di
basilico, prezzemolo e salvia da mettere in frigo per l’inverno. Così ho deciso
di modificare un po’ la ricetta con un tocco di salvia…e fritta è troppo
buona!!!!
Salvia
fritta
Passate nella farina le foglie di
salvia che avete lavato con cura e asciugato su un canovaccio.
In una padella fate scaldare
dell’olio e mettete le foglie di salvia.
Mettete le foglie su un foglio di
carta da cucina per un minuto e poi usatele per guarnire i vostri piatti.
CAROTA
Daucus carota
Nomi comuni: bastonagia, carota
gialla, frastenaca, pastinaca, verga del pastore
Famiglia: ombrellifere
Pianta: erbacea, biennale, alta
fino a 1m
Fusto: eretto, compare nel
secondo anno di vita della pianta, molto ramificato, striato, di colore verde
chiaro
Foglie: quelle del primo anno
sono tutte raccolte in rosetta alla base, frastagliatissime, di consistenza
molto molle; le altre compaiono solo al secondo anno sul fusto
Fiori: bianchi, riuniti in
ombrella. Compaiono da aprile a ottobre
Frutti: diacheni piccoli, ovali,
con costole sporgenti provviste di aculei
Dove nasce e come si coltiva:
cresce comunemente lungo le strade, i prati, i pascoli e le zone incolte
nell’area montana e submontana. La varietà orticola si semina direttamente in
piena terra, in solchi, da marzo a giugno tenendo il terreno ben concimato e
irrigato.
Parti da utilizzare: radice
(della specie orticola in cucina, della specie selvatica in medicina), le
foglie e i semi.
Quando si raccoglie: la radice
commestibile praticamente tutto l’anno, quella selvatica in autunno; le foglie
in primavera prima della fioritura; i semi in autunno in piena maturazione.
Come si conserva: la radice della
specie coltivata si usa fresca, essendo facilmente reperibile; quella della
specie selvatica, dopo essere privata della parte alta, vicino all’attacco
delle foglie, si conserva immersa nella sabbia asciutta. Le foglie vengono
usate fresche e i semi, dopo aver raccolto le ombrelle e averle fatte seccare,
si staccano per battitura e , una volta privati della impurità, si conservano
in sacchetti e barattoli di vetro.
Le utilizzazioni culinarie della
carota sono assai varie, e vanno dalla preparazione di insalate e salse, dalle
marmellate alle torte. In Francia, in passato, la carota era utilizzata per
dolcificare cibi e bevande al posto dello zucchero e del miele. Nelle campagne
si era invece solito tostare l’ortaggio e usarlo al posto del caffè.
SALVIA
Salvia officinalis
Nomi comuni: erba sacra, salvia
di osei, salvia bianca, salvio ontano, tè di Grecia
Famiglia: labiate
Pianta: ha la parte basale più
legnosa e i rami dell’ultima crescita erbacei: è alta fono a 70cm
Fusto: fusti eretti a sezione
quadrangolare, con molte ramificazioni, rivestiti da una densa peluria di color
grigio
Foglie: opposte, oblunghe,
rivestite di peluria, color verde argenteo nella pagina superiore, più chiare
in quella inferiore, molto ricche di ghiandole oleifere
Fiori: di colore violaceo,
raccolte in spighe terminali. Compaiono da maggio a luglio
Frutti: (acheni) piccoli, con tre
nervature talvolta compresse
Dove nasce e dove si coltiva:
presente in tutta l’Europa centrale, è spontanea in molte zone della fascia
mediterranea e predilige i terreni soleggiati, sassosi e poveri d’acqua, fino a
800m di altitudine. Si riproduce per talea prelevando, verso la fine
dell’estate, rametti dell’ultima crescita; dopo averli messi a radicare in
toprba e sabbia, si trapiantano a dimora la primavera successiva. Per avere una
produzione di foglie più grandi e più ricche di olii essenziali, è bene
togliere le spighe da fiore alla loro comparsa.
Parti da utilizzare: le foglie e
le sommità fiorite
Quando si raccoglie: le foglie
tutto l’anno, le sommità fiorite in maggio-luglio
Come si conserva: per conservare
le foglie occorre staccarle e lasciarle essiccare in posto ombroso e ventilato
in strati sottili, poi si conservano in barattoli; le sommità fiorite si
essicano appese, legate in mazzetti e si ripongono in sacchetti di carta o
tela. Generalmente si usa il prodotto fresco poiché durante l’essicazione si
perdono parte dei principi attivi che sono volatili.
Che la salvia sia stata ritenuta,
fin da tempi lontanissimi, una pianta estremamente utile nel campo
dell’erboristeria medica ce lo suggerisce il nome stesso: “salvia” deriva dal
latino salus, che significa “salute”,
oppure da salvus, cioè “salvo,
sano”.Essa era dunque considerata l’erba della salute per eccellenza.
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