Un paio di settimane fa
mia sorella mi ha regalato una bottiglietta di olio al tartufo, la sera stessa
ci siamo fatte delle tagliatelle ai funghi con olio al tartufo, un’altra volta
l’ho usato sul pane caldo per delle bruschette e poi mi sono chiesta come posso
gustarmi questa prelibatezza?!?
Premettiamo che non sono
un’amante della carne, soprattutto rossa, la mangio a fatica e non sopporto l’odore
che mi lascia in casa, ma vado pazza per la carne cruda!!!!! Lo so è un
controsenso, ma davanti a un piatto di carpaccio o una tartare non resisto!
Tartare di manzo con Castelmagno
e olio al tartufo
150g carne di manzo magra
50g Castelmagno
Olio al tartufo
Sale e pepe
Tagliate al coltello la
carne fino ad ottenere una tartare finissima.
Mettete la carne in una
ciotola, versate un po’ d’olio (poco perché ha un sapore molto deciso), aggiungete
il Castelmagno sbriciolato, aggiustate di sale e pepe e amalgamate bene.
Io ho servito la tartare con
un’insalata di spinacini e rapanelli.
Il
Castelmagno ha origini antichissime. Le prime notizie di un formaggio con
questo nome, utilizzato come forma di pagamento delle gabelle dagli abitanti
della zona, risalgono alla fine del tredicesimo secolo; probabilmente la sua
produzione iniziò però ben prima, forse intorno all'anno mille. Oggi il
Castelmagno, classificato Doc nel 1982, viene prodotto in grandi quantità
nei comuni di Castelmagno, Pradleves e Monterosso Grana in provincia di Cuneo.
Le stime sul suo consumo debbono tenere inoltre conto del buon numero di
prodotti simili che vengono prodotti nelle vicinanze (Castelgiosina (Boves,
Lurisia, Roccavione etc.), il Roccaforte di Mondovì).Il castelmagno viene
prodotto a partire da latte intero vaccino (con rare, eventuali aggiunte di
piccole percentuali di latte ovino e caprino) da bestiame di razza piemontese
alimentato a foraggio fresco o fieno proveniente da prati misti o pascoli.
Viene considerato di particolare pregio il formaggio ottenuto dagli allevamenti
situati proprio a Castelmagno.Durante la lavorazione del Castelmagno si porta
il latte crudo a circa 37-38 gradi, aggiungendovi caglio liquido. Dopo la
coagulazione e la rottura della cagliata, si lascia riposare il tutto per 35
minuti, quindi viene raccolto in un telo (detto " risola " ), pressato
leggermente con le mani e appeso per circa 12 ore a sgocciolare. Dopo queste
operazioni, la massa viene depositata in un recipiente di legno e si lascia
riposare da 2 a 5 giorni. Quindi viene rimescolata, pressata altri l0 minuti e
infine riposta nelle fascere, dove viene pressata con torchio per 1-3 giorni.
La salatura si effettua a secco sulle forme, una volta liberate dalle fascere
durante circa 48 ore.Il Castelmagno ha un periodo di stagionatura che va da due
fino a cinque mesi circa, e che viene trascorso in vere e proprie grotte
naturali, fresche ed umide, o in alcune cantine di Caraglio. Una forma di
Castelmagno ha generalmente le seguenti caratteristiche:
·
altezza: cm 10-20
·
diametro: cm 15-20
·
peso: Kg 2-7
·
forma: cilindrica
·
crosta: sottile, giallo-rossastra,
invecchiando diviene piú scura e rugosa
·
pasta: friabile, di colore bianco
perlaceo o giallognolo, se stagionato a lungo assume colore giallo oro, con
venature blu
D.P.R. 16.12.82
Riconoscimento della denominazione di origine del
formaggio "Castelmagno"
Art.1 - È riconosciuta la denominazione di origine
del formaggio "Castelmagno" il cui uso è riservato al prodotto avente
i requisiti fissati con il presente decreto con riguardo ai metodi di
lavorazione ed alle caratteristiche organolettiche e merceologiche derivanti
dalla zona di produzione delimitata nel successivo art. 3.
Art. 2 - La denominazione di origine
"Castelmagno" è riservata al formaggio avente le seguenti
caratteristiche:
formaggio semigrasso pressato a pasta semidura
erborinata, prodotto con latte vaccino eventualmente addizionato con piccole
aggiunte di latte ovino e/o caprino spesso parzialmente decremato per
affioramento.
L'alimentazione base del bestiame vaccino ed
eventualmente ovino e caprino deve essere costituita da foraggi verdi od
affienati che derivano da prato, da pascolo e da fieno di prato polifita.
Nella produzione viene impiegato latte proveniente
da due mungiture giornaliere.
Si produce per l'intero arco dell'anno.
Il latte deve essere coagulato in un tempo
oscillante tra i 30 e i 90 minuti ad una temperatura compresa tra i 35° e i
38°C circa con caglio liquido.
Il formaggio deve essere prodotto con una tecnica
caratteristica e nella lavorazione della durata di circa sei giorni devono
essere effettuate adeguate pressature ed utilizzati stampi idonei.
La salatura deve essere effettuata a secco.
Periodo di maturazione da due a cinque mesi in
grotte naturali fresche ed umide o comunque in locali che ripetano dette
condizioni ambientali.
È usato come formaggio da tavola e presenta le
seguenti caratteristiche:
forma: cilindrica a facce piane;
dimensioni: diametro da 15 a 25 cm, altezza dello
scalzo da 12 a 20 centimetri con variazioni in piú o in meno per entrambe le
caratteristiche in rapporto ai mezzi tecnici di produzione;
peso: da 2 a 7 kg;
colore della pasta: di colore bianco perlaceo o
bianco avorio se poco stagionato; di colore giallo ocrato con venature blu
verdastro se stagionato;
struttura della pasta: alquanto friabile se poco stagionato
o compatta se stagionato;
confezione esterna: se poco stagionato ha crosta
sottile di colore giallo rossastra, liscia, elastica e regolare; se stagionato
assume invece un colore piú scuro, si ispessisce e diventa rugosa;
sapore: fine delicato e moderatamente salato se poco
stagionato; saporito, forte e piccante se stagionato;
grasso sulla sostanza secca: minimo 34%.
Art. 3 - La zona di produzione ivi compresa la
stagionatura comprende gli interi territori amministrativi dei comuni di
Castelmagno, Pradleves e Monterosso Grana ricadenti nella provincia di Cuneo.
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