Per finire la quantità
decisamente elevata di ciliegie che ho avuto quest’anno tra quelle comprate a
Vignola e quelle della pianta a casa di mamma ho deciso di fare la confettura.
Ma mentre scrivevo il
titolo del post sono stata colta dal dubbio…è una confettura o una marmellata?
In inglese è facile marmalade
è la marmellata di agrumi, tutto il resto è jam.
Quindi sono andata a
documentarmi sul web:
Qui ho trovato:
"Dicesi confettura il procedimento per la conservazione della frutta che
prevede la bollitura della frutta intera, se piccola e a pezzi se grande con
l'aggiunta eventuale di acqua, fino a quando il tutto non avrà raggiunto la
concentrazione zuccherina che ne permetta la conservazione. I frutti non devono
sciogliersi e si devono vedere anche dopo la cottura.
Dicesi invece marmellata il procedimento che prevede la cottura di frutta e zucchero fino a quando lo sciroppo derivato dallo scioglimento dello zucchero nel succo dei frutti diventa consistente. Il composto a fine cottura si frulla o si passa al setaccio per ottenere una purè liscia" Così ci illumina la Signora Bauducchi.
Dicesi invece marmellata il procedimento che prevede la cottura di frutta e zucchero fino a quando lo sciroppo derivato dallo scioglimento dello zucchero nel succo dei frutti diventa consistente. Il composto a fine cottura si frulla o si passa al setaccio per ottenere una purè liscia" Così ci illumina la Signora Bauducchi.
Marmellata o confettura? Se nel
linguaggio di tutti i giorni si tende a non fare distinzione fra i due termini,
definendo genericamente "marmellata " qualsiasi composto a base di
frutta e zucchero, in realtà la differenza c'è, ed è sancita addirittura da una
direttiva dell'Unione Europea. È marmellata un prodotto a base
di agrumi (limone, arancia, mandarino
e, più raramente, cedro, pompelmo e bergamotto); si parla invece
di confettura se si usa qualsiasi altro tipo di frutta (o addirittura, in alcune ricette, di verdura). La
differenza la fa anche la percentuale di frutta usata per il preparato: deve
essere almeno del 20 per cento per la marmellata, del 35 per cento per la
confettura, del 45 per cento per la confettura extra. Esiste anche un terzo
prodotto che può essere chiamato in causa, la gelatina: è prodotta esclusivamente dal succo della frutta senza
polpa o buccia. Secondo la legge, eventuali preparati non di agrumi che
contengano una percentuale di frutta inferiore al 35 per cento, possono essere
definiti a loro volta "marmellate", ma si tratta di prodotti di
qualità inferiore, che comunque non possono scendere al di sotto del venti per
cento di frutta. Lasciando da parte i sofismi legislativi, marmellate e confetture
fanno parte dell’alimentazione dell’uomo fin dall'antica Grecia. Se una volta
venivano preparate esclusivamente in casa, oggi sono per la maggior parte di
produzione industriale.
E su Wikipedia
Con il termine marmellata si intende comunemente una
preparazione semisolida dolce, o più raramente agrodolce, a base di vegetali a
pezzetti e zucchero e cotta a lungo. Nella grande
maggioranza dei casi è a base di frutta,
ma non mancano esempi differenti come la marmellata di pomodori rossi o verdi oppure quella di rabarbaro.
Dal 1982,
per effetto di una direttiva
comunitaria, solo prodotti ottenuti da agrumi possono essere venduti nell'Unione Europea con la denominazione di
"marmellata", mentre tutte le altre preparazioni vanno chiamate confettura.
Origine
Il nome
deriva dalla parola portoghese marmelo,
per mela cotogna (dal greco μελίμηλον "mela
di miele" ). Diffusa in quasi ogni paese, ha generato una serie di
leggende sulla sua origine, che spesso coinvolgono personaggi reali come Elisabetta d'Inghilterra o Caterina de' Medici. In realtà, già gli antichi
greci conservavano le mele cotogne cuocendole lentamente per addensare gli
zuccheri contenuti. L'addensamento del composto ottenuto si ha durante il
raffreddamento, ad effetto della azione della pectina.
E' da
notare comunque che, prima dell'avvento dello zucchero,
evento alquanto recente, fino alla fine del 1700, l'unico addolcente conosciuto
oltre ai succhi di frutta (Sapa) era il miele, materiale costosissimo, usato dai ceti poveri come
merce di scambio per avere prodotti essenziali, piuttosto che per il consumo. È
possibile che il miele fosse in uso, ma improbabile che il miele fosse un uso
comune.
Il
termine "mela di miele" non deriverebbe perciò dalla aggiunta di miele, ma per il fatto,
facile da verificare, che la polpa del frutto che è praticamente immangiabile
anche in fase di maturità, pochissimo dolce, dura, e piuttosto acre, subisce
con la cottura, prima di qualsiasi aggiunta di eventuali addolcenti, una trasformazione
drastica degli zuccheri a lunga catena contenuti ( quindi "poco
dolci") in zuccheri decisamente "dolci", con uno spiccato
profumo di miele.
Una
preparazione affine è quella della canditura della
frutta o della verdura,
considerata un regalo principesco nello stesso periodo. È tuttavia
probabile che entrambe le tecniche siano ben più antiche: la cottura e,
insieme, la concentrazione degli zuccheri assicurano una lunga conservazione
della frutta, altrimenti impossibile in epoche prive di sistemi di
refrigerazione.
Marmellata,
confettura, gelatina, composta
[1] Il
principio delle tre preparazioni è identico. Il risultato varia, però,
leggermente. Nella terminologia attuale con marmellata si
intende una crema cotta di zucchero e agrumi a
pezzetti (limone, arancia, mandarino,
e più raramente di pompelmo, clementina, cedro ebergamotto).
La confettura indica la stessa preparazione riferita agli altri tipi di frutta.
La gelatina di frutta viene prodotta con zucchero e succo della frutta, senza polpa o buccia, ed è maggiormente usata in pasticceria perapricottare i dolci prima di glassarli. Compare anche come ingrediente di salse dolci.
La confettura indica la stessa preparazione riferita agli altri tipi di frutta.
La gelatina di frutta viene prodotta con zucchero e succo della frutta, senza polpa o buccia, ed è maggiormente usata in pasticceria perapricottare i dolci prima di glassarli. Compare anche come ingrediente di salse dolci.
La legge
prevede che la percentuale di frutta non debba scendere, in ogni caso, sotto il
20%.
Marmellata, confettura o gelatina vengono definite extra se il tenore di frutta è di almeno il 45% e solitamente ne hanno il 35% o 40%.
Marmellata, confettura o gelatina vengono definite extra se il tenore di frutta è di almeno il 45% e solitamente ne hanno il 35% o 40%.
La composta
di frutta si distingue dalla marmellata per il maggior contenuto di
frutta e conseguentemente il minor quantitativo di zucchero aggiunto. La
percentuale di frutta deve essere, per legge, superiore al 65%.
Procedimento
La frutta
viene mondata delle parti di scarto, tagliata a pezzetti e cotta a lungo nello zucchero sino
a che diventa cremosa. Viene quindi messa, bollente,
in barattoli.
Una volta tappati il calore residuo del composto si occupa di sterilizzarli. La
marmellata viene consumata dopo qualche tempo dalla preparazione.
L'aggiunta
di piccole quantità di pectina riduce drasticamente i tempi di cottura necessari
per ottenere l'addensamento, portandoli da ore a minuti; per tale motivo è
comunemente utilizzata nella produzione industriale ma può facilmente essere
reperita anche per uso domestico. Viene quindi messa (bollente) in barattoli.
Tappati e messi capovolti (dalla parte del tappo) in mezzo a coperte fino a
raffreddamento (serve per creare il sottovuoto, così la marmellata non si
rovina facendo muffe).
Oggi la
produzione industriale inscatola marmellate usando esclusivamente il metodo del
sottovuoto e con doppia sterilizzazione: questa tecnica, eseguibile anche in
ambito casalingo, evita la crescita di muffe. Il botulino invece
non può svilupparsi nella marmellata né nelle confetture perché il loro tenore
di zucchero è letale per questo batterio anaerobico; le contaminazioni da
botulino nei prodotti casalinghi sono spesso riscontrabili nei sottoli. Lo zucchero o miele rappresenta
circa il 40-50% del peso totale: la marmellata è sostanzialmente metà frutta e
metà zucchero.
Ma passiamo alla ricetta…
le ciliegie erano già molto dolci e gustose (siiiiiiiiiii ne ho assaggiate un paio, e se non erano buone come facevo?!? Mica potevo regalare una marmellata cattiva, no?!? Cmq ho portato per giorni il segno di queste ciliegie sulle mani ufffffffffff) quindi ho ridotto ulteriormente la quantità di zucchero della ricetta che ho trovato sul mio libricino di marmellate e confetture e ho utilizzato lo zucchero di canna.
le ciliegie erano già molto dolci e gustose (siiiiiiiiiii ne ho assaggiate un paio, e se non erano buone come facevo?!? Mica potevo regalare una marmellata cattiva, no?!? Cmq ho portato per giorni il segno di queste ciliegie sulle mani ufffffffffff) quindi ho ridotto ulteriormente la quantità di zucchero della ricetta che ho trovato sul mio libricino di marmellate e confetture e ho utilizzato lo zucchero di canna.
Confettura di ciliegie
Ingredienti
1kg ciliegie denocciolate
350g zucchero di canna
1 bicchiere d’acqua
½ limone
Lavate le ciliegie,
tagliatele a metà e togliete il nocciolo.
In una pentola dai bordi
alti e il fondo spesso mettete le ciliegie, lo zucchero, l’acqua e il succo di
limone., portate a bollore e fate cuocere a fuoco basso per 30 minuti mescolando
spesso e togliendo l’eventuale “schiuma” che si forma.
Per vedere se la marmellata è pronta fate la prova del piattino
mettendo una goccia del composto sul piattino lasciato raffreddare in
frigorifero, se la marmellata si solidificherà e non scivolerà via è
pronta.
Invasate nei vasi precedentemente sterilizzati
(far bollire i barattoli per 15 minuti, lasciarli asciugare su un canovaccio
pulito). Chiudeteli i barattoli e capovolgeteli per effettuare un buon sotto
vuoto.
Effettuate una seconda sterilizzazione (Mettere i
barattoli in una pentola dal fondo spesso e sufficientemente alto per contenere
i barattoli in piedi, uno accanto all’altro, possibilmente separati da un
tovagliolo in stoffa o un canovaccio in modo che non sbattano tra di loro
quando l’acqua bolle. Portare l’acqua al punto di ebollizione e farla bollire
per 20 minuti. Spegnere il fuoco e far freddare i barattoli in acqua. Asciugare
con cura)
Quando i barattoli si saranno raffreddati metteteli in
dispensa (o in un luogo buio e asciutto) fino al momento dell'uso, poi
conservate la marmellata in frigo per 2 mesi.
Nessun commento:
Posta un commento